Bitter Hollow.


Replying to La Ferrovia Pt.I

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  1. Posted 4/8/2014, 22:54
    Era un edificio su due piani, all'apparenza molto accogliente. L'esterno era di un giallo ormai sbiadito dal tempo e l'intonaco presentava numerose crepe. Era edificato in mezzo ad estesissimi campi di cui non si intravedeva la fine. Erano campi incolti, abbandonati alla natura. Dietro questa desolata costruzione, passava una ferrovia molto usurata, ormai coperta da piante e ghiaia. In quello spazio regnava un silenzio quasi angosciante. Nemmeno gli uccelli cantavano, nessun insetto sorvolava quei vasti campi. La casa, aveva un piccolo cortile ai tempi coperto di piccoli sassolini grigi che ormai avevano ceduto il posto ad invadenti ciuffi d'erba. Un trattore era abbandonato nel mezzo, ormai coperto d'edera ed anch'esso, come l'edificio, sbiadito e rovinato dal tempo. Nonostante ciò, la casa dava ancora l'idea di essere abitata. Anne vi entrò.
    L'interno, al contrario di ciò che si pensava, era ormai inabitabile. Crepe, edere, cocci a terra, finestre rotte... Aveva il totale aspetto della classica casa di campagna inabitata da anni, in cui i ragazzini si riunivano la sera per organizzare le classiche "stupidate", come le chiamava Anne. Erano ormai le 17.00 e la ragazza non poteva star fuori ancora molto.
    - "Anne, sei tu?" - si udì una voce dal piano superiore della casa - "Anne!" - un giovane ragazzo saltò giù dal primo piano, capitando dinanzi all'adolescente.
    - "Clark? Cosa ci fai qui? Come diamine hai fatto a salire?"
    - "Cosa ci fai tu qui, vorrai dire. Io ci vengo spesso, è un posto tranquillo e mi piace la tranquillità, soprattutto quando voglio scrivere qualcosa" - Clark tirò fuori un quaderno dallo zaino che portava in spalla e lo mostrò ad Anne.
    - "Mi hai fatta spaventare, stupido. Evita di fare quei salti d'effetto, non siamo in uno dei tuoi videogames".
    - "Non mi hai ancora detto che ci fai tu qui. Ci sei già stata altre volte?"
    - "No, son venuta qui solo oggi. Sapevo di questa casa abbandonata ma non ho mai avuto occasione di vederla".
    - "Ah, vieni allora, te la mostro io! E' più bella di quel che sembra, fidati".
    Clark passò avanti alla ragazza e la invitò a seguirlo all'interno dell'edificio.
    - "Ecco, questo era il salotto. Guarda che bel camino avevano. Secondo me c'erano anche dei bei divani e una poltrona di quelle "da signori". Chissà quante persone ci abitavano qui. A giudicare da quel poco di carta da parati che è rimasta su, saranno stati due signori anziani o un vecchio contadino solitario..."
    - "Clark" - lo interruppe Anne - "Questa casa non è recente, chissà a che epoca risale. Magari era abitata da una famiglia normale..."
    - "Famiglia normale in mezzo al nulla?" - la interruppe Clark - "Insomma, guardati intorno. Campi, trattore... Secondo te qui ci poteva stare una famiglia o un contadino solitario? Siamo a chilometri dal centro abitato ti ricordo".
    Clark rimise il quaderno nello zaino e proseguì l'itinerario dell'edificio.
    - "Madame, ecco a lei il bagno. Bagno accogliente con pareti rotte, edere invasive e nessun sanitario... Bhe, interessante direi. Possiamo passare oltre, che dici?"
    - "Non so Clark, vuoi restare qui ad ammirare la vasca che non c'è?"
    - "Ma come siamo spiritose" - disse Clark in tono sarcastico.
    - "Senti chi parla. Dai, vediamo le altre stanze."
    - "Ed ecco a voi, la cucina. Piccola, molto funzionale con un piccolo incentivo che alza il valore della casa. Al posto di una piccola finestra che affaccia sulla ferrovia, abbiamo un'intero squarcio nel muro da cui potrebbe passare un cavallo".
    Anne attraversò lo spazio nel muro e si fermò sui ferri del binario. Clark la seguì.
    - "Bhe, andiamo a vedere il piano di sopra o vuoi stare qui ad aspettare il treno fantasma?"
    - "Secondo te questi binari dove portano?"
    - "Bella domanda. Non ne ho idea e sinceramente non ci ho nemmeno mai pensato".
    - "Che ne dici di vedere dove vanno? Tanto, non penso passi un treno".
    - "Certo che te ne vengono di idee strane eh. Ti ricordo che è quasi già sera e chissà questi binari dove arrivano. Vogliamo tornare a casa domani?"
    - "Sai Clark, hai ragione. Che ne dici di vederci qui domattina presto con provviste per l'intera giornata? Sono curiosa di sapere dove portano".
    - "Ci sto. Domani, alle 6.30 ci troviamo qui. Mi raccomando, siccome non sappiamo dove finiscono e cosa attraversano, mettiti degli stivali e non metterti assolutamente una gonna. Potresti rischiare di farti male. Ah, porta anche una torcia, non si sa mai. Io penso al resto."
    - "Va bene, allora a domani".
    I due ragazzi si salutarono e si incamminarono assieme verso il paese. Il giorno dopo, sarà un giorno colmo di eventi inaspettati.

    [CONTINUA...]

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